I MECCANISMI DI DIFESA
I meccanismi di difesa sono dei meccanismi che la nostra mente utilizza per proteggere il nostro IO.
Sono delle reazioni automatiche e inconsapevoli di fronte alla frustrazione e servono a preservarci dall’angoscia e a proteggere la nostra autostima. Sono meccanismi utili ad affrontare un evento difficile ma soprattutto un conflitto intrapsichico.
Hanno una funzione di adattamento alla realtà con lo scopo di proteggerci da eventi troppo dolorosi e appunto angoscianti. Si sviluppano nell’infanzia e possono avere sia una connotazione positiva che negativa questo dipende dal loro grado di funzionalità e maturità in relazione al contesto, intensità e pervasività. Assumono un aspetto disadattivo e quindi disfunzionale quando vengono messi in atto in modo fisso e coercitivo anche di fronte a frustrazioni di lieve entità e non cambiando in base alle situazioni.
I meccanismi di difesa possono essere di due tipi: primitivi e maturi in base alla loro insorgenza.
I meccanismi primitivi quelli immaturi sono più arcaici mentre i meccanismi difensifi più maturi si sviluppano in un secondo momento della vita del soggetto e sono più evoluti e per questo più funzionali. I primi si sono sviluppati in età infantile e sono più pervasivi e difficili da gestire.
I meccanismi di difesa quindi non devono essere visti come meccanismi patologici anzi al contrario sono dei meccanismi che permettono di preservarci da eventi particolarmente angoscianti ed hanno una connotazione adattiva. La differenza tra disadattivi e adattivi la fa il loro grado di pervasività e rigidità. Più un meccanismo è arcaico e utilizzato in modo rigido e pervasivo più sarà disadattivo.
Questo ci fa ben comprendere che, quando avviene un evento traumatico o un’esperienza difficile in età molto precoci della nostra vita, non avendo ancora gli strumenti anche proprio cognitivi oltre che emotivi, poiché il nostro cervello e la nostra personalità è ancora immatura e in via di sviluppo, e quindi non avendo gli strumenti utili per fronteggiare certi stressor ed eventi complessi, questi possono compromettere in modo maggiore l’integrità del bambino e i meccanismi di difesa che si svilupperanno saranno più immaturi rispetto a quelli che si possono costellare ad età successive di sviluppo.
I meccanismi di difesa hanno carattere inconscio ciò significa che li mettiamo in atto in modo automatico e senza rendercene conto.
Tra i meccanismi difensivi maturi c'è per esempio l’Altruismo, è già è un meccanismo di difesa, è meccanismo difensivo maturo e di alto livello e per questo positivo e funzionale. Per esempio aiutando gli altri possiamo aiutare a gestire i nostri conflitti interiori dati ad esempio dal non riuscire a sopportare il dolore o la frustrazione data dal vedere persone che soffrono e allora aiutando gli altri in qualche modo si allevia una tensione personale intensa ma questo va bene perché produce degli effetti positivi. Però questa potrebbe assumere una connotazione negativa se attuiamo un altruismo velato per voler avere il controllo delle situazioni e creare un ricatto emotivo pretendendo dall’altro lo stesso tipo di atteggiamento. Anche l’umorismo e la sublimazione sono altri meccanismi difensivi maturi. Nella sublimazione ad esempio la pulsione e l’affettività viene sublimata attraverso qualcosa di costruttivo e più socialmente accettato.
Altri meccanismi difensivi secondari sono ad esempio la rimozione o l’isolamento. Questo è osservabile nei casi in cui sia avvenuto un trauma e il soggetto riconosce il trauma subito e lo racconta senza entrare in contatto con la parte emotiva, isolando così la parte emotiva da quella razionale e anestetizzando l’aspetto emozionale, fonte di estrema sofferenza.
Ancora possiamo osservare la razionalizzazione ossia il darci delle spiegazioni rassicuranti ma non del tutto reali, rispetto ad un evento nascondendo le vere cause. Questo non ci permette di vedere e affrontare il vero problema e minimizza l'accaduto. Ad esempio giustificare una bocciatura con il fatto che un insegnante si era particolarmente accanito con noi, senza ammettere invece che non avevamo studiato abbasta per l'esame, oppure continuare a dirci che non abbiamo più desiderio verso il nostro partner perchè siamo stanchi e stressati dal troppo lavoro, quando invece non siamo semplicemente più attratti dal nostro partner. E questo potrebbe essere un campanello di allarme da tenere sotto occhio piuttosto che lasciarlo andare, perchè magari le motivazioni reali sono altre, forse non c'è più comunicazione nella coppia o condivisione e sarebbe opportuno vederle chiaramente per porre rimedio etc...
O ancora lo spostamento, questo meccanismo difensivo è di solito alla base delle fobie in cui un'emozione, una preoccupazione viene spostata da un oggetto verso un altro apparentemente più innocuo poiché rivolgere l’emozione al vero oggetto sarebbe troppo angosciante. Questo si evidenzia anche in altri contesti non solo nelle fobie, un altro esempio è quando si cerca di trovare a tutti i costi un colpevole cercando un capro espiatorio. L’intero gruppo rivolge a lui tutte le angosce, la rabbia e le paure personali che ovviamente non sono dovuti al capro espiatorio stesso. Oppure lo spostamento è osservabile nel feticismo in cui tutta la pulsione sessuale è stata spostata dall’altro (evidentemente inaccettabile) su oggetti parziali quali parti di corpo o indumenti.
Tra le difese più primitive invece abbiamo ad esempio Acting Out ossia gli agiti. Quando non riusciamo a gestire i nostri conflitti interiori e regolare un carico emotivo molto forte attraverso il linguaggio lo agiamo con le azioni e con l’aggressività fisica agendo così in modo poco riflessivo, poiché si agisce immediatamente l’impulso senza pensare alle conseguenze di quell’azione. Questo è un atteggiamento tipico della fase infantile e adolescenziale e non della vita adulta.
Altre difese primitive sono la proiezione in cui si attribuisce agli altri parti di sé non accettate e negate. E’ quando qualcosa che proviene dall’interno viene ritenuta proveniente dal mondo esterno. Questo si evidenzia quando abbiamo un attivazione emotiva estrema rispetto a comportamenti altrui. Vediamo nell’altro ciò che abbiamo negato in noi. La proiezione può avere carattere positivo per esempio nell’empatia o nell’innamoramento dove un meccanismo di base è proprio la proiezione in quanto proiettiamo sull’altro emozioni positive pensando che sia un essere perfetto quando in realtà sappiamo pochissimo di questa persona. Mettiamo nell’altro nostri pensieri, emozioni che l’altro sicuramente incarna ma forse in piccola parte e ne siamo quindi fortemente attratti. Riconosciamo nell’altro nostre caratteristiche. Ci innamoriamo di ciò che sull’atro di nostro abbiamo proiettato. Nell’innamoramento poi intervengono altri tipi di meccanismi difensivi quale l’idealizzazione (ma qui andrebbe scritto un articolo a parte solo per descrivere il processo dell’innamoramento).
La proiezione può avere anche risvolti negativi soprattutto nella sfera relazionale. Questo accade quando la proiezione è troppo prepotente e pervasiva portando in casi estremi anche ad una compromissione della realtà. Se proietto sugli altri parti di me rinnegate e spiacevoli vedrò gli atri ostili e mi rapporterò con loro in modo oppositivo se non addirittura aggressivo. Quando questo meccanismo difensivo diventa la modalità predominante con cui entro in relazione con il mondo questo può portare ad una personalità paranoide ma qui parliamo di casi gravi, altrimenti la proiezione fa parte della nostra via quotidiana noi tutti ne facciamo uso, tutto dipende come al solito dal livello di pervasività e rigidità.
Altri meccanismi primitivi sono la scissione, la negazione, l’introiezione, l’identificazione proiettiva e il diniego. Il diniego ad esempio è la non accettazione della realtà, di un evento e di un accaduto per noi intollerabile. Ad esempio una moglie che continua ad apparecchiare la tavola per il marito deceduto.
Insomma i meccanismi difensivi sono molti alcuni sono funzionali e ci permettono di meglio adattarci all’ambiente e questo riguarda le difese più evolute per meglio tollerare eventi angoscianti e frustranti e quindi proteggere l’integrità del nostro IO. Altri invece, quelli più primitivi e immaturi possono essere disadattivi soprattutto se sono messi in atto in modo coercitivo, ridondante e pervasivo non permettendoci così di adattarci ma creando invece delle ulteriori difficoltà al nostro relazionarci agli altri e al mondo. I meccanismi di difesa formano la nostra personalità e tutti li mettiamo in atto la differenza la fa quali meccanismo ci predominano e la loro pervasività. Noi tutti se vogliamo possiamo lavorare su noi stessi per migliorare alcuni aspetti che altrimenti potrebbero portarci delle conseguenze negative. Noi tutti abbiamo, chi più chi meno degli aspetti più rigidi e poco funzionali, riconoscerli ci permetterà di gestirli meglio e migliorare la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni.
Dott.ssa Rebecca Cataldo, Psicologa Psicoterapeuta Gestalt Analitica, esperta in Sessuologia Clinica.
Per info rebeccacataldopsicologa.gmail.com
Leggi tutti gli articoli, eventi e approfondimenti sulla pagina facebook Rebecca Cataldo Psicologa e sul canale Instagram Dr. Rebecca Cataldo
Interessante argomento e ben trattato. Grazie dott.ssa