il Sogno come porta verso l'inconscio mette in atto meccanismi proiettivi di parti personali per accrescere lo sviluppo personale ossia il processo di individuazione.
L’individuazione rappresenta l’obiettivo centrale della Psicologia Analitica Junghiana e del processo terapeutico. L’individuazione è un processo di autosviluppo, di maturazione psichica data sia da condizioni di sviluppo esterne sia e soprattutto da processi intrapsichici. Molto spesso però questo processo di individuazione può subire degli arresti dati da barriere e blocchi intrapsichici, i quali impediscono alla coscienza di confrontarsi costruttivamente con l’inconscio. Qui emergono i limiti del percorso autonomo dell’individuazione.
“Individuarsi significa divenire un essere singolo e, intendendo per individualità la nostra più intima, ultima, incomparabile e singolare peculiarità, diventare se stessi, attuare il proprio sé”. (Jung, Opere vol. VII pag.173).
Il processo di individuazione ha quindi a che fare con l’entrare in contatto con il nostro mondo interno, inconscio, sconosciuto, con la nostra parte ombra negata. Questo sarebbe impensabile senza il significato e la proprietà dei simboli.
“Il simbolo possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Una parola, un’immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato”.
“Il processo integrativo dell’individuazione presuppone sempre anche un approccio e un confronto semicoscienti, razionali e intelligibili con i messaggi inconsci. In questo, un ruolo fondamentale lo assume la proiezione, i contenuti inconsci, grazie a questo meccanismo, ovvero allo spostamento, possono mostrarsi nella realtà esterna. Nella visione junghiana la proiezione è vista come un meccanismo creativo grazie al quale l’inconscio si sforza di divenire visibile” (Roth 2011).
Risulta chiaro come una presa di coscienza dei contenuti inconsci non è concepibile senza il meccanismo proiettivo. Soltanto tramite la proiezione questi aspetti possono essere riconosciuti in persone reali, oggetti nella realtà, nella letteratura, nelle religioni, nell’arte e appunto nei sogni. Il sogno come porta verso l'inconscio.
Secondo la visione Gestaltica il sogno rappresenta il momento presente del sognatore ed ogni elemento del sogno è una parte di sé proiettata su persone, figure, elementi e simboli presenti nel sogno. Per questo la tecnica gestaltica include prima il racconto del sogno al presente, per far entrare in contatto il sognatore con queste parti e successivamente può essere messa in scena una drammatizzazione del sogno. Attraverso la messa in scena viene stimolata la mobilità psichica delle nostre diverse parti e permette di far luce sulle ombre del nostro mondo interno.
Il linguaggio dell’inconscio non è un linguaggio verbale ma simbolico, è fatto di simboli e immagini e attraverso questi può essere rivelato. Per tale motivo il sogno assume un ruolo molto importante nel processo terapeutico di individuazione poiché il linguaggio dei sogni è un linguaggio fatto di immagini come il linguaggio dell’inconscio. Il sogno è la manifestazione dei processi inconsci, per questo assume un ruolo centrale nel processo di individuazione.
II sogno, afferma Jung, è uno spontaneo autoritratto, in forma simbolica, dell’effettiva situazione attuale del sognatore: il sogno fornisce il materiale inconscio costellato (attivato) dalla situazione conscia del momento e lo propone alla coscienza in forma simbolica. La persona attraverso il sogno, attinge a delle risorse non disponibili nel deposito informativo conscio.
Il sogno può essere usato per avere accesso alle aree inconsce della vita, per trovare messaggi specifici. La funzione dei sogni è lo sviluppo, il mantenimento e quando è necessario il ripristino dei processi e delle strutture dell’organizzazione della psiche. Il sogno fa una fotografia del momento presente del sognatore, “rappresenta la vera realtà interiore come è”, dà una prospettiva diversa al sognatore e può portare attenzione verso aspetti che il sognatore non vede, o da informazioni su cose sconosciute.
Inoltre il sogno compensa o completa una carenza nella posizione cosciente. Ogni sogno getta luce su qualche punto cieco, anche i piccoli sogni o sogni che potrebbero sembrare banali o semplici. Ogni sogno è parte di un processo indirizzato all’interno di una dialettica tra la posizione cosciente e quella inconscia. Ogni sogno tende all’ampliamento della consapevolezza offrendo commenti, correzioni, contributi per la soluzione dei problemi. Per Jung “il sogno è un teatro in cui il sognatore è lui stesso la scena, l’attore, il produttore, l’auditorio, il pubblico, il critico”.
Cosa molto importante è che il sogno non va interpretato ma interpellato cercando di lavorare su di esso attraverso il sognatore che può dare risposte importanti rispetto agli elementi del sogno che sono soprattutto personali.
Sono essenziali alcuni elementi per la lettura e la comprensione di un sogno in primis le associazioni, delucidazioni e amplificazioni. Le prime hanno a che fare con aspetti soggettivi del soggetto rispetto all’elemento del sogno, quindi cosa gli viene in mente pensando a quell’elemento. Di solito le associazioni evocano ricordi personali, hanno a che fare con le esperienze del soggetto. Le delucidazioni indicano l’espressione di dati di fatto generalmente accettati e condivisi, esprime ciò che l’immagine rappresenta in modo tipico, nei termini della sua funzione o del suo significato oggettivo per il sognatore e per il collettivo.
L’Amplificazione invece riguarda l’allargamento del contesto del sogno con motivi paralleli e corrispondenti nel mito, nelle fiabe, nelle arti, nella letteratura; è il deposito culturale delle immagini archetipiche, è una delucidazione in termini mitologici. L’amplificazione chiarisce il significato archetipico a prescindere dalla familiarità del sognatore con il contesto mitologico, i miti rinviano oltre se stessi.
Altri due concetti fondamentali pertinenti al sogno sono quello di compensazione e complementarietà, i due concetti si sovrappongono, tendendo entrambi ad una correzione equilibratrice dell’unilateralità della posizione e dei punti di vista della coscienza. Nella compensazione ciò avviene mettendo in evidenza, spesso in forma esasperata, l’opposto polare della posizione cosciente. La complementarietà invece aggiunge un pezzo mancante non necessariamente un opposto, tende a completare od ampliare le nostre vedute. La complementarietà e la compensazione tendono a correggere i nostri punti ciechi. Entrambe operano per un allargamento della consapevolezza e per superare delle posizioni rigide a favore del cambiamento e della crescita della personalità.
Nel sogno gli elementi emersi rappresentano la realtà conosciuta dal sognatore (questi elementi sono a livello dell’oggetto) ma se, come abbiamo detto, che i sogni servono a dare luce ai nostri punti ciechi, questi elementi non hanno un valore conoscitivo per il sognatore per cui diviene importante porre la nostra attenzione al livello del soggetto e comprendere cosa il sogno vuole far emergere alla coscienza. Quindi nel caso che il messaggio del sogno sembri ripetere o confermare una convinzione già salda o quando un sogno rappresenta eventi diurni deve sempre essere ampliato poiché preso oggettivamente costituisce solo un’irrilevante ripetizione di qualcosa di noto e ricordato. Non sogniamo mai nulla che non parli di noi (un'eccezione sarebbe il sogno che portasse invece residui diurni dimenticati o minimizzati).
Nella loro provocazione compensatoria i sogni spesso sembrano esagerare e drammatizzare eccessivamente. La compensazione del sogno è approssimativamente proporzionata alla misura in cui il sognatore si discosta dalla verità della situazione. Si capisce come non sia possibile dare un’interpretazione di un sogno senza un’adeguata conoscenza del sognatore, dei suoi problemi e del suo funzionamento psicologico. Il sogno non si interpreta mai a prescindere, ha un significato rispetto al vissuto e contesto del sognatore senza il quale non ha senso analizzare in sogno. Il sogno si interpella e si esplora insieme al sognatore e non si interpreta.
Atra funzione importante la hanno i sogni ripetitivi e gli incubi.
Gli Incubi hanno lo scopo di spaventare il sognatore e /o l'Io del sogno. Sono di solito messaggi urgenti su tematiche ignorare o negate dal soggetto. Servono a sostenere la morte dell'atteggiamento attuale dell'Io. Per tale motivo possono raffigurare immagini di morte o smembramento. Inoltre gli incubi possono avere la funzione di elaborazione del trauma rivivendo l'evento traumatico per la sua metabolizzazione o per mettere il sognatore di fronte ad essi e costringerlo a confrontarsi.
I sogni ricorrenti invece pongono il sognatore di fronte ad una situazione urgente da affrontare. Pongono il sognatore di fronte ad un tema che non sta vedendo e che invece è impellente che inizi a guardare.
DR. Rebecca Cataldo Psicologa Psicoterapeuta
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Bibliografia
E. C. Withmont, S. B. Perera, Il Linguiaggio dei Sogni, Simboli e Interpretazioni; Astrolabio, Roma,1991.
W. Roth, Incontrare Jung, introduzione alla psicologia analitica; Magi Ed. 2011;
C. G. Jung, Opere n. VII, Due testi di psicologia analitica; Bollati Boringhieri, 1983
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