La scelta del partner non è una cosa del tutto casuale anzi, è influenzata da una serie di fattori in primis la soddisfazione di alcuni bisogni quali il senso di riconoscimento, di protezione ma, un ruolo fondamentale, nella determinazione di tale scelta, viene svolta dall'attaccamento: ossia il tipo di legame che si è instaurato con chi si prendeva cura di noi, chi soddisfaceva i nostri bisogni, chi ci dava amore, protezione e conforto, di solito la madre. Ma non sempre in quella relazione privilegiata vengono messi in atto tali comportamenti, le reazioni e gli atteggiamenti della madre a volte possono essere diversi, e in base a questi che noi instauriamo un tipo di attaccamento invece che un altro verso la nostra figura di riferimento. Ed è proprio in base a questo tipo di legame che successivamente sceglieremo al nostro fianco una persona invece che un'altra, sceglieremo quella persona che confermi l'opinione che noi abbiamo di noi stessi e di noi con l'altro. Il bambino costruisce un'immagine di sé che riflette l'immagine che i genitori hanno di lui. Vediamo bene ora in base alla relazione con la madre quali tipi di attaccamento si possono creare e in base a questi ne consegue la nostra futura possibile scelta del partner.
Attaccamento sicuro quando il modello di attaccamento veicola sicurezza, affetto e fiducia ossia quando la madre è sempre pronta a soccorrere in aiuto in caso di necessità, pronta ad accudire il piccolo ed amarlo. Si formerà così una rappresentazione della madre come una persona di cui fidarsi, e un modello mentale di sé come persona amabile e degna di amore. Questa fiducia in se stesso lo porterà ad evitare relazioni e situazioni in cui possano farlo sentire non amato. Una persona che ha sviluppato un attaccamento di tipo sicuro, da adulto svilupperà un altrettanto attaccamento sicuro, ciò significa che si relazionerà con un partner che gli dimostrerà tali caratteristiche quindi una persona disponibile, aperta all'espressione dei sentimenti, che lo ami e che gli dimostri il valore della sua persona, e scarterà partner che non hanno tali caratteristiche.
Attaccamento insicuro ambivalente: si sviluppa quando la figura di riferimento ci trasmette imprevedibilità, insicurezza e alternanza delle cure. Ciò si esplica attraverso comportamenti incoerenti da parte della madre. Ad esempio se il piccolo chiede aiuto o avverte un bisogno, la madre da risposte ambivalenti, in alcuni casi accorre e altre volte no. La non disponibilità della madre procura delle conseguenze nei comportamenti del piccolo, il quale per ricevere il suo conforto e le sue attenzioni, inizia ad esagerare la manifestazione di emozioni negative, continui capricci, difficoltà nella consolazione etc...; questo porterà lo sviluppo di un immagine mentale della madre come persona inaffidabile, da amare e odiare allo stesso tempo, e un immagine di sé come persona vulnerabile, come persona amabile in maniera intermittente, modello che successivamente estenderà agli altri. Da adulto si svilupperà un attaccamento di tipo invischiato con la continua paura di perdere la persona amata, un'insicurezza verso se stesso e verso l'altro e la continua incertezza di essere amati. Attuerà quindi comportamenti simili a quelli che metteva in atto da bambino. Sarà possessivo, geloso, controllante data la convinzione dell'inaffidabilità della partner, e non a caso sceglierà un partner con queste caratteristiche. Vorrebbe vivere sempre la fase dell'innamoramento e non riesce a passare alla fase successiva, con una costante ansia da separazione. Attaccamento insicuro ansioso di tipo evitante: questo tipo di attaccamento si viene a creare in quelle situazioni in cui la madre chiaramente mette in atto comportamenti di rifiuto verso il bambino. Quando il piccolo si trova in pericolo la madre rifiuta il bisogno del piccolo di essere confortato e a volte ridicolizza le sue richieste di aiuto. Il bambino quindi capisce che deve adattarsi alle richieste della madre se vuole avere un legame con lei. La madre lo rifiuta perchè vuole che diventi subito autonomo, quindi il piccolo inizia a mettere in atto dei comportamenti di falsa autonomia, inizia a negare prima a sè stesso e poi agli altri (soprattutto alla madre) i suoi bisogni di conforto. Svilupperà così un immagine di sé come persona non degna di essere amata e che deve contare solo su di sé, e un immagine della madre, e poi degli altri, come persona dalla quale non aspettarsi nulla, non accogliente e ostile. Quindi da adulto avrà molta difficoltà a mostrare emozioni e a farsi coinvolgere emotivamente. Per non essere rifiutato preferisce non mostrare le sue emozioni ed aprirsi all'altro. In età adulta svilupperà un attaccamento di tipo distaccato distanziante dove l'amore e le emozioni non sono presenti, e le sue relazioni saranno prettamente sessuali ma non affettive. Sceglierà come partner persone con le sue stesse caratteristiche quindi compagne distaccate come lui che non fanno richieste affettive. Altre volte potrà relazionarsi con partner invischianti i quali si faranno carico loro della relazione, cercandolo quando fugge ma criticandolo e svalutandolo al momento del suo ritorno. Cercherà partner che gli ripropongono la stessa relazione che ha avuto con la madre: le distanzianti gli ripropongono la freddezza della madre e le invischianti la svalutazione, il disprezzo e il senso di colpa.
Ricordiamoci che per sviluppare un tipo di attaccamento piuttosto che un altro non basta che il comportamento del cargiver sia ambivalente ogni tanto o non subito pronto in alcuni momenti ma deve essere un comportamento frequente e duraturo nel tempo a cui il bambino viene sistematicamente sottoposto. Tutti noi abbiamo una caratteristica comune quale quella della coerenza, questo bisogno fa si che cerchiamo di dare conferma ai nostri modelli cognitivi. Scegliamo partner e instauriamo una relazione con chi conferma le nostre aspettative su noi stessi e sugli altri. E scegliamo relazioni che ci ripresentano modalità relazionali che conosciamo perche appunto sono le uniche che abbiamo vissuto e sperimentato. La conseguenza è che se non ci riteniamo degni di essere amati, perchè così ci hanno fatto sentire, cercheremo una persona che confermi tali idea. Ovviamente tutto questo non avviene a livello della coscienza e non se ne ha consapevolezza. Ma questi schemi che Bowlby definisce MOI (sistemi operativi interni) non sono fissi, possono cambiare e il primo passo verso il cambiamento è proprio quello della consapevolezza di tali comportamenti che potranno portarci a non scegliere più sempre lo stesso tipo di relazioni e lo stesso tipo di partner. Dott.ssa Rebecca Cataldo, Psicologa, Psicoterapeuta Gestalt Analitica.
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Riferimenti bibliografici: Attili G., Attaccamento e amore. Il Mulino, Bologna, 2006;
Hazan, Zeifman D., I legami di coppia come attaccamenti: valutazione dei dati. In: Cassidi J., Shaver P.R., Manuale dell’attaccamento. Roma, Fioriti, 2002; J. B. Verde; Illusioni d'amore, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2012; L. Carli; Attaccamento e rapporto di coppia. Il modello di Bowlby nell'interpretazione del ciclo di vita. Raffaello Cortina editore, 1995.
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