Lo stress è una reazione tipica di adattamento del nostro corpo ad un generico cambiamento sia fisico che psichico. E' quindi un meccanismo importante e funzionale per l’adattamento dell’individuo all'ambiente. prepara il corpo a fronteggiare lo sforzo da compiere anche attraverso l'attivazione di alcuni neurotrasmettitori come adrenalina e noradrenalina, oltre al cortisolo, il così detto ormone dello stress.
D'altronde una caratteristica fondamentale del ciclo vitale è appunto il processo di cambiamento, per cui non potremmo mai eliminare completamente lo stress ma solo imparare a gestirlo. Lo stress diventa disfunzionale quando è protratto nel tempo e crea un sovraccarico che la persona non riesce a gestire e più che preparare il corpo all'azione lo sfinisce portandolo a difficoltà di vario tipo. Nel corpo possiamo avere ripercussioni con diversi sintomi come ansia, attacchi di panico, crisi di pianto, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà di concentrazione e memoria, facile irritabilità (rabbia), frequente sensazione di stanchezza generale data dall’abbassamento del tono dell’umore, difficoltà nella sfera del sonno, disturbi gastrici, abbassamento delle difese immunitarie, disfunzioni tiroidee, sensazione di noia, confusione mentale, cefalea e abbassamento del desiderio sessuale. Questi sintomi che il soggetto esperisce, ovviamente hanno delle conseguenze sul piano psicologico ossia nella ripercussione che questi sintomi hanno sull’individuo.
L’ANSIA anche questa è una reazione fisiologica, fondamentale negli stati di allerta e di pericolo, che ci permette di essere vigili e adottare un comportamento adeguato (di attacco o fuga) rispetto ad una situazione pericolosa. Se è presente nel nostro patrimonio genetico vi è un motivo. Quando questa reazione, si attiva in assenza di pericolo non è più uno stato funzionale ma appunto disfunzionale.
Assume una connotazione negativa quando diviene un’emozione, uno stato emotivo a contenuto spiacevole, associato ad uno stato di allarme o paura che compare in assenza di un pericolo autentico, o comunque sproporzionato rispetto ad eventuali stimoli scatenanti. Esistono varie manifestazioni dell’ansia e ovviamente varie gradazioni e può presentarsi sotto varie forme. l'ansia quindi è connessa all'emozione della PAURA, la quale è un'emozione fondamentale e salvifica dell'essere umano. Si attiva quando si percepisce un pericolo. E' fondamentale per la sopravvivenza della specie e viene attivata dal cervello rettiliano (la parte più antica del nostro cervello).
L'ansia è il suo corrispettivo fisiologico e serve appunto a fronteggiare la paura! Dietro l'ansia si nasconde quindi una paura!
Problemi come disturbi d'ansia, attacchi di panico, fobie nascono quando la paura non è reale o la nostra percezione e reazione è sproporzionata allo stimolo che si teme o quando diventa invalidante su qualche area di vita della persona.
L'utilizzo di farmaci in questi casi non è assolutamente utile poichè il farmaco agisce sulla sintomatologia fisiologica (ansia) ma non sulla percezione che noi abbiamo del pericolo e sapendo che alla base dell'ansia c'è la Paura si capisce come l'utilizzo di farmaci sia inutile poichè non lavora sul nucleo alla radice del problema (la paura), questo però può essere risolto con la psicoterapia. In forma acuta possiamo avere gli Attacchi di Panico che non sono un semplice stato ansiogeno. Il Panico è una crisi d’ansia o di terrore che insorge all’improvviso ed ha una durata breve nel tempo. Sono presenti agitazione, sudorazione elevata, battito cardiaco accelerato, tremori, respiro affannoso, vertigini. La persona in quel momento perde il controllo di sé fino a pensare di impazzire o di morire. Senza queste ultime due caratteristiche non siamo di fronte ad un attacco di panico ma ad una crisi d’ansia.
In forma cronica invece abbiamo sempre gli stessi sintomi fisici ma non in modo meno acuto, non è presente la perdita del controllo e la paura di impazzire o morire, ma un'ansia generalizzata, confusa, una preoccupazione constante ed esagerata per ogni cosa.
Negli stati ansiosi avvengono delle modificazione anche nel nostro corpo, le ghiandole surrenali iniziano a lavorare di più aumentando la produzione di adrenalina (e quindi portarci ad uno stato di eccessiva vigilanza con le conseguenze viste precedentemente, disturbi del sonno, agitazione, preoccupazione, ecc).
L’ansia è il generale tentativo di trattare qualcosa che riguarda il passato o il futuro. Immergendoci nel presente si spezza questa catena che lega all’ansia e si esce dal feedback negativo. L’ansia positiva è fondamentale per muoverci, per fare, per andare verso, è un ansia che spinge ad agire.
Pensate ad un ragazzo universitario che deve preparare un esame, se non avesse quel pizzico di ansia necessaria a farlo studiare per poter superare l’esame molto probabilmente non studierà nel modo giusto e molto probabilmente non passerà l’esame. L’ansia possiede quindi anche caratteristiche positive ma deve spronare, e non bloccare, l’ansia che blocca e che agita senza portare ad un profitto è un ansia non funzionale.
L’ansia come lo stress non possono essere eliminati completamente poiché fanno parte delle nostre reazioni fisiologiche funzionali all’individuo. L’ansia e lo stress devono essere imparate a gestire quando non sono funzionali all’individuo. Per questo è importante imparare a rilassarci e iniziare a gestire ansia e stress.
Stare nel qui ed ora è uno degli aspetti fondamentali per vivere il presente
Non stare sempre proiettati nel passato o nel futuro perchè oltre a non vivere il momento presente si creano ansie rispetto a cose da fare o che accadranno (a volte neanche reali)
Inizia ad affrontare le tue paure (un piccolo passo alla volta)
La respirazione è un altro aspetto fondamentale, iniziare ad usare una respirazione diaframmatica e più profonda aiuta ad alleggerire le sensazioni date dall’ansia, ed è il primo passo verso il decremento dello stato ansioso.
Quindi se vi trovate in una situazione che vi crea ansia ed iniziate a sentire quelle sensazioni di avvisaglia che stanno per aumentare il vostro stato fisiologico si può intervenire tempestivamente con la respirazione diaframmatica; riuscirà ad attenuare i sintomi, ristabilendo la frequenza respiratoria e cardiaca ed evitando un'iperventilazione.
Fermati ed inizia ad ispirare l'aria dal naso profondamente e lentamente gonfiando la pancia, successivamente espira facendo fuoriuscire l'aria dalla bocca e sgonfiando la pancia. Fai almeno tre respirazioni di questo tipo. E' la prima cosa semplice ed efficace da fare.
Si deve agire però su due livelli: da una parte attraverso l'utilizzo della respirazione che aiuta a diminuire le sensazioni fisiologiche legate allo stato ansioso nel momento in cui si presenta e dall'altra attraverso un percorso terapeutico per alleviare il sintomo ansiogeno lavorando sulle cause che lo hanno procurato e bloccare le tentate soluzioni che mettiamo in atto e che mantengono il sintomo.
Spesso quello che facciamo è evitare tutte quelle situazioni che ci procurano ansia, chiediamo aiuto e parliamo spesso del problema. La prima cosa da fare è interrompere queste azioni!
Perchè più parliamo del problema più lo alimentiamo, più evitiamo e più le situazioni che ci mettono ansia (e quindi ci fanno paura) diventano sempre più potenti.
Quindi diventa importante un percorso terapeutico per destrutturare il sintomo e comprenderne la causa, poichè se è presente un sintomo significa che il nostro corpo ci sta avvisando che qualcosa non va, ci sta dando dei segnali che è opportuno prendere in considerazione.
Un'altra tecnica di rilassamento molto utile è il training autogeno (in cui è dedicato un articolo a parte per questo) e la mindfulness le quali insieme alla terapia e alla respirazione sono molto utili per fronteggiare situazioni di ansia e stress.
DR. Rebecca Cataldo Psicologa Psicoterapeuta
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Bibliografia
Agnati L.F.; "Nutrizione e cervello"; Phytagora Press, 1992;
Biondi M.; Stress, sistema nervoso centrale e sistema immunitario; Medicina Psicosomatica, 1977;
Kilham C. S.; I cinque esercizi tibetani; Tea, Milano, 1997;
Rachman S.; L’Ansia; Laterza Editori, Roma, 2004.
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